Terra di confine, ma non terra di nessuno.

18.07.2018

Qualche anno fa venne lanciata una timida proposta volta a valutare la possibilità di aggregare il comprensorio dell'Alto Tirreno Cosentino che va dal Fiume Noce verso sud, sino alla foce del Fiume Lao, nonché le pertinenti realtà collinari e montane, alla Basilicata. Diciamo pure che l'idea era alquanto "provocatoria", in quanto l'Alto Tirreno (così come l'alto Jonio) rimane distante non solo fisicamente da Cosenza e, fatto salvo il periodo estivo, da tutte le attività politiche e gestionali di una delle provincie più estese della penisola, e quindi denunciando il disinteresse e, in molti casi, l'abbandono del territorio. Ma riportare il territorio che comprende testimonianze di civiltà antiche, Blanda e Laos su tutte, ha una motivazione legata alla storia, sin dai secoli precedenti la nascita di Cristo, con la presenza dei Lucani e poi dei Romani. Senza voler scrivere un "bignami-express" della storia, va ricordato che in epoca tardo-antica e bizantina i siti costieri esposti alle scorrerie vennero abbandonati per nuovi siti su alture più fcilmente difendibili, mentre il Fiume Lao sin dall'epoca in cui Sibari era fiorente costituiva la "strada" per i commerci con Laos e con il Tirreno. Con il mondo bruzio questo territorio, oggi come allora, in effetti, ha poco da spartire. Ecco perché l'ipotesi di azzerare i confini "politici" con quelli disegnati dalla natura e dalla storia millenaria che ha riguardato gli avi degli attuali abitanti di quest'area che va da Tortora e poi si inerpica ad Aieta e scende giù fino a Praia a Mare, San Nicola Arcella, Scalea, Marcellina, risalendo sino a Papasidero e a Verbicaro, ha un suo "perché". D'altronde, oggi, da quest'area è più facilmente (e velocemente) raggiungibile Potenza rispetto a Cosenza (tenendo conto dell'Autostrada e di una viabilità che non ha i paletti degli accessi e dei limiti di velocità sulla SS18 e sulla SS107) e che per molti servizi essenziali, sanità in primis, il punto di riferimento, ancorché fuori regione, è Lagonegro (così come lo è Policoro per l'Alto Jonio).

Letterio Licordari


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